Corte di Giustizia dell’Unione Europea
Sentenza C-525/23 del 13 novembre 2025
Comunicato del 13 novembre 2025
La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha stabilito che un cittadino straniero può ottenere un permesso di soggiorno per motivi di volontariato anche se le risorse economiche necessarie provengono da un familiare.
IL CASO
Il caso riguardava un cittadino extracomunitario a cui l’Ungheria aveva negato il permesso perché le sue disponibilità economiche derivavano dallo zio. I giudici ungheresi ritenevano necessario verificare la natura delle risorse, il titolo in base al quale venivano fornite e la loro disponibilità effettiva e duratura, trattandosi secondo loro di requisiti indispensabili. Dubitando della compatibilità di tale impostazione con il diritto UE, la Corte suprema ungherese ha rinviato la questione alla Corte di Giustizia.
LA SENTENZA
La Corte ha chiarito che, ai sensi della Direttiva 2016/801, gli Stati membri non possono introdurre condizioni ulteriori rispetto a quelle previste per l’ingresso e il soggiorno dei cittadini di Paesi terzi per volontariato. Ha inoltre precisato che il concetto di “risorse” è autonomo e ampio nel diritto dell’Unione: ciò che conta è solo che la persona possa effettivamente disporre dei mezzi necessari. Qualsiasi valutazione sulla natura o provenienza delle risorse costituirebbe una condizione aggiuntiva e quindi illegittima.